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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tributo alle donne del Museo Boncompagni Ludovisi

 

 

Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1999 per sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica molto delicata.

Molti gli eventi e le manifestazioni sul territorio nazionale, per sensibilizzare e prevenire la violenza contro le donne e sottolineare come la violenza di genere sia una vera e propria violazione dei diritti umani, in linea con gli obiettivi della Gender Equality Strategy 2020-2025 e della Convenzione di Istanbul ratificata in Italia nel 2013.

In vista di questa importante ricorrenza, sarà presentato il 22 novembre alle ore 10 presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura il primo rapporto annuale dell’Osservatorio sulla parità di genere del Ministero della Cultura, per evidenziare la presenza femminile e il ruolo delle donne nel mondo della Cultura.

 

Per l’occasione vogliamo proporre un breve excursus sulla storia del Museo Boncompagni Ludovisi appartenente alla Direzione dei musei statali della città di Roma, legato nella sua genesi e veste attuale a due figure di donne colte e talentuose, come Alice Blanceflor de Bildt e Palma Bucarelli, entrambe icone di eleganza e raffinatezza, che con la loro personalità e la loro vita narrano i cambiamenti fondamentali del Novecento e loro stesse, attraverso la donazione della loro collezione, vogliono comunicare con il pubblico del futuro.

Un museo tutto al femminile, dunque, nonché un’ex dimora adibita a “scopi artistici-culturali di pubblica utilità”.

L’edificio nel centro di Roma non lontano da via Veneto , contraddistinto da tratti del barocchetto romano e “fioriture” liberty, fu progettato nel 1901 dall’architetto Giovanni Battista Giovenale su commissione del principe Luigi Boncompagni Ludovisi.

Dove oggi sorge il villino Boncompagni Ludovisi si estendevano, in epoca romana, i famosi Horti Sallustiani, voluti da Cesare e acquistati poi dallo storico Caio Sallustio Crispo da cui presero il nome. In questo luogo, nel 1620, il cardinale Ludovico Ludovisi decise di costruire la propria residenza, Villa Ludovisia.

I giardini della distrutta Villa Ludovisia sono tuttora evocati nelle pareti dipinte a trompe l’oeil della Sala delle Vedute al piano nobile di rappresentanza, dove spicca peraltro un Ritratto di Alice Blanceflor de Bildt, nobildonna di origini svedesi e seconda moglie del principe Andrea Boncompagni Ludovisi, che dal 1932 abitò nel villino fino alla sua morte, nel 1972.

Se il villino Boncompagni Ludovisi è diventato un museo dedicato alle Arti decorative, al Costume e alla Moda dei secoli XIX e XX  lo dobbiamo alla volontà della principessa Blanceflor de Bildt che già nel 1970 legò l’immobile con gli arredi allo stato italiano per volontà testamentaria. Solo nel 1995, dopo un restauro della Soprintendenza, il nuovo Museo Boncompagni Ludovisi è stato aperto al pubblico.

Tuttora è tangibile questa duplice anima di casa-museo. Al piano nobile di rappresentanza è possibile ammirare gli arredi originari della villa; poltrone, sedie, consolle, vasi e secretaire, offrendo così una testimonianza della società italiana attraverso il volto originario di un villino nobiliare dell’inizio del XX secolo. Al piano nobile, accanto alla già citata Sala delle Vedute, si trovano la Sala del Papa, così chiamata per il ritratto di papa Gregorio XIII Boncompagni e la Sala degli Arazzi, ornata con arazzi di manifattura fiamminga della metà del XVII secolo.

Al secondo piano è ancora intatta la Sala da Bagno di Alice Blanceflor de Bildt degli anni Trenta rivestita con marmi pregiati, che convive con una serie di dipinti di artisti famosi, che rappresentano lo stato dell’arte a Roma negli anni ’20 del Novecento, come Giorgio De Chirico, Duilio Cambellotti, Galileo Chini, Fortunato Depero e Giacomo Balla, quest’ultimo in deposito permanente.

La sua caratterizzazione di Museo della Moda italiana e delle arti applicate del Novecento si definisce grazie alle generose donazioni di alcune celebri Maison romane, tra cui Fausto Sarli, Fernanda Gattinoni, che si mossero insieme per la creazione di un Museo della Moda a Roma, che avesse nel villino Boncompagni una prima sede, testimoniando il successo internazionale della creatività italiana in questo specifico settore del Made in Italy.

La parte più consistente di abiti di alta moda (Sorelle Botti, sorelle Fontana, Germana Maruccelli), accessori e gioielli, donati da lei stessa nel 1996, appartenevano a Palma Bucarelli, prima donna direttrice di un museo pubblico in Italia, a capo della Galleria Nazionale di Arte Moderna dal 1941 al 1975. Una specifica sezione del museo dall’eloquente titolo La Palma dell’eleganza è appositamente dedicata al suo gusto di intellettuale e committente raffinata e moderna di artisti.

Considerati gli spazi limitati del villino, gli abiti del Museo vengono esposti a rotazione dando così ogni volta un volto nuovo all’allestimento della collezione con nuovi percorsi museali e mostre temporanee.

Tra acquisti e nuove donazioni,  il Museo Boncompagni Ludovisi è tuttora una realtà dinamica e in divenire. Ne è un esempio  il recente acquisto coattivo del bozzetto di Pietro Gagliardi raffigurante un’ Allegoria del Tempo per la decorazione del tratto nuovo del Casino Ludovisi (1855-1856), opera passata all’Ufficio Esportazione di Firenze nel 2017. O la donazione dei disegni e delle stampe di Antelma Santini e Domicella d’Incisa di Camerana, realizzati tra il 1910 e il 1970. Donazione avvenuta nell’ottobre del 2021, voluta dagli eredi della marchesa Domicella d’Incisa di Camerana. Le opere oggetto di una mostra, avviata a maggio nelle sale del piano nobile, dal titolo: Le virtù dell’amicizia. Antelma Santini e Domicella d’Incisa di Camerana, sono state selezionate sul filo conduttore del “ritratto al femminile”, in omaggio al museo, che concentra i suoi interessi e le sue collezioni sulle donne.

Nella Sala della Culla dei principi di Savoia, al I piano, è poi esposto un prezioso libro-gioiello di recente donato dall’artista Joseph Pace, che attraverso la sperimentazione di materiali alternativi, rinnova la pregevole collezione di gioielli e oreficeria, mentre a rafforzare la principale mission culturale del Museo sono le donazioni di abiti della Maison  Balestra e la donazione Salterini di abiti e accessori appartenuti a Floriana Messina, miss Bologna anni Quaranta.

Un’altra figura di donna, infine, si aggiunge nella storia del Museo Boncompagni Ludovisi: Margherita di Savoia, prima regina d’Italia e patrona della prima scuola professionale femminile a Roma, da cui provengono vari oggetti in comodato permanente, per lo più legati all’artigianato tessile, con strumenti di lavoro manuali e meccanici, disegni preparatori e manufatti di pregio artistico. Alcuni oggetti sono attualmente esposti a Palazzo Madama a Torino, in occasione della mostra “Margherita di Savoia. Regina d’Italia”, inaugurata lo scorso 13 ottobre.

 

 

Maggiori informazioni sulle attività e iniziative del Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX sono disponibili sul sito  della Direzione dei musei statali della città di Roma e sui canali social istituzionali.                                                                                                                                                                                                                                      Per un approfondimento sulla personalità di Palma Bucarelli si veda la serie di podcast con la voce di Serena Dandini sulla storia di otto donne nel mondo della cultura disponibili gratuitamente su Spotify e sui principali portali del MIC.

MIC – Osservatorio sulla parità di genere