Nel 2003 a Parigi è approvata la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che stabilisce la salvaguardia, la promozione e la consapevolezza di Beni intangibili, come tradizioni culturali, etniche, artigianali che rappresentano l’espressione e i valori di gruppi o comunità ed è stata ratificata dall’Italia con L. 167 del 27 settembre 2007.
Il “patrimonio culturale immateriale”, espressione della diversità culturale, racchiude le tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio, le arti dello spettacolo, le consuetudini sociali, gli eventi rituali e festivi, nonché le cognizioni e le prassi relative alla natura e all’universo e l’artigianato tradizionale.
L’insieme di prassi e conoscenze che ne sono alla base, trasmesse di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.
Nel rispetto dei principali strumenti internazionali esistenti in materia di diritti umani, richiamati nelle sue premesse, la Convenzione tiene conto del patrimonio culturale immateriale unicamente nella misura in cui è compatibile con gli strumenti esistenti in materia di diritti umani e con le esigenze di rispetto reciproco fra comunità, gruppi e individui nonché dello sviluppo sostenibile.
Nell’attuale assetto organizzativo del Ministero della Cultura, la crescente importanza assunta da tale tipologia di bene culturale è confermata dal rilevante ruolo dell’ Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ex Istituto centrale per la demoetnoantropologia), dal 2016 dipendente dal Servizio VI della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, operante nell’ambito della valorizzazione, in Italia e all’estero, dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, e delle espressioni delle diversità culturali presenti sul territorio.
Convenzione per il Patrimonio Immateriale 2003
La Convenzione sul Patrimonio Immateriale intende, in particolare:
- proteggere il Patrimonio Culturale Immateriale;
- garantire il rispetto del Patrimonio Culturale Immateriale di comunità, gruppi e individui coinvolti;
- promuovere processi di sensibilizzazione, a livello locale, nazionale ed internazionale, sull’importanza del patrimonio culturale intangibile ed assicurarne il mutuo riconoscimento;
- assicurare la cooperazione ed assistenza internazionale.
Ai sensi della Convenzione sono state istituite due liste di beni immateriali:
– La Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale (Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity), che contribuisce a dimostrare la diversità del patrimonio intangibile e ad aumentare la consapevolezza della sua importanza;
– La Lista del Patrimonio Immateriale che necessita di urgente tutela (List of Intangible Cultural Heritage in Need of Urgent Safeguarding), che ha lo scopo di mobilitare la cooperazione internazionale e fornire assistenza ai portatori di interessi per adottare misure adeguate.
E’ stato istituito, inoltre, il Registro delle Buone pratiche di salvaguardia (Register of Best Safeguarding Practices), che contiene programmi, progetti e attività che meglio riflettono i principi e gli obiettivi della Convenzione.
La candidatura
Gli Stati Membri della Convenzione possono proporre la candidatura di nuovi “Elementi o Progetti, Attività o Programmi di Buone Pratiche di Salvaguardia” per l’iscrizione nelle Liste del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO.
A tal fine, ciascuno Stato, con la partecipazione della comunità e i gruppi di detentori e praticanti direttamente interessati, deve procedere alla definizione, identificazione ed inventariazione degli “Elementi” che si intendono candidare alla Lista della Salvaguardia Urgente e alla Lista Rappresentativa; allo stesso modo, ogni Stato deve procedere alla definizione di “Progetti, Attività o Programmi” che si intendono candidare nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia.
Tale processo di inventariazione ai fini delle candidature UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale si inscrive nell’attività istruttoria formalmente avviata ed è coordinato dal Servizio I del Segretariato Generale del MIBACT, al cui sito si rimanda per ogni ulteriore approfondimento.
https://www.unesco.beniculturali.it/convenzione-2003/
Inoltre è possibile consultare il sito web UNESCO
La lista dei beni intangibili italiani
Gli elementi italiani iscritti oggi nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale sono 15, ovvero:
– 2008 Opera dei Pupi siciliani;
– 2012 Saper fare liutario di Cremona;
– 2013 Feste delle Grandi Macchine a Spalla elemento seriale (comprende la Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, il trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo);
– 2014 Vite ad alberello di Pantelleria
– 2017 L’Arte del “pizzaiuolo” napoletano
– 2019 Perdonanza Celestiniana
– 2019 Alpinismo, elemento transnazionale (comprendente Italia, Francia e Svizzera)
– 2019 Transumanza, elemento transnazionale (comprendente Italia, Austria e Grecia)
– 2020 L’arte delle perle di vetro, elemento transnazionale (comprendente Italia e Francia)
– 2021 Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali
Tra questi elementi si segnala quello seriale de Le macchine dei santi – Rete delle macchine a spalla, iscritto nella Lista Rappresentativa nel 2013.
Si tratta di processioni cattoliche che prevedono la presenza di strutture da portare a spalla, diffuse in gran parte dell’Italia, ma i centri storici in cui si svolgono le manifestazioni più importanti sono quattro: Nola, con una processione di otto obelischi di legno e cartapesta che commemorano il ritorno di San Paolino; Palmi, dove i portatori trasportano una complessa struttura in onore di Nostra Signora della Sacra Lettera; la Faradda dei Candelieri di legno di Sassari e , nel Lazio, la Macchina di Santa Rosa a Viterbo.
Il trasporto di queste macchine prevede una condivisione equa e coordinata dei compiti e una collaborazione di tutta la comunità, impegnata in uno sforzo stagionale che si ripete di anno in anno. Musicisti, cantanti, artigiani, sarti: tutti si impegnano per costruire e rivestire la struttura. Un processo che viene tramandato di generazione in generazione, per rafforzare il senso di identità della comunità.