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Avviati i lavori di restauro della Chiesa di S. Andrea al Quirinale

Lo scorso 26 settembre hanno preso avvio i lavori di restauro e riqualificazione di parti del prospetto principale della Chiesa di S. Andrea al Quirinale finanziati con fondi del programma ordinario – DM 12/04/2017 -, che si vanno ad affiancare ad altre iniziative del Segretariato Regionale per il Lazio  nel vicino Palazzo della Consulta e a cantieri  conclusi  (intervento di restauro delle pitture della Sala Gialla del Palazzo del Quirinale): tutti ricadenti presso il sito UNESCO del Centro Storico di Roma.

 

La Chiesa di proprietà del FEC, legata al primo noviziato dell’ordine dei Gesuiti, venne costruita a partire dal 1658 per volontà di Papa Alessandro VII Chigi, su progetto del geniale architetto Gian Lorenzo Bernini, che più di ogni altro in perfetta consonanza con la cultura del suo tempo, seppe dar vita, nella sua vastissima opera, agli ideali, ai miti e alle aspirazioni temporali e spirituali della Roma papale del Seicento.

E’ uno dei massimi capolavori dell’architettura barocca situato in una zona nevralgica della capitale nonché il lavoro più riuscito a detta dello stesso Bernini, una sorta di “riabilitazione artistica” dopo la fallimentare vicenda dei campanili della fabbrica di S. Pietro. Diversi anni dopo, il figlio e suo biografo, Domenico Bernini ricorderà come il padre, negli ultimi anni della sua vita, trascorresse innumerevoli ore seduto all’interno della chiesa ammirando i marmi policromi, gli affreschi dorati, gli stucchi imbiancati, le decorazioni.

La Chiesa gesuita rappresenta infatti un mirabile esempio di quella contaminazione delle tre arti da sempre al centro delle più brillanti ricerche berniniane e che trova la sua evidente manifestazione nella grande macchina scenica della zona presbiteriale, fulcro del “teatro sacro” con l’ altare maggiore in bronzo dorato e lapislazzuli e la pala d’altare del Borgognone, sospesa in un finto empireo ricreato dall’uso di pregiati marmi policromi fino a culminare nella ricca decorazione in stucco della cupola della Chiesa con il virtuoso intreccio formale di costoloni e cassettoni dorati, realizzata tra il 1662 e il 1665 dai principali collaboratori e con presunti interventi dello stesso Bernini, che, come confermato da un restauro della volta nel 2013 ad opera della ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico e per il Polo Museale della città di Roma, operava spesso sugli stucchi di Antonio Raggi e sulle dorature di Vincenzo Corallo, per correggere particolari plastici come muscolature e drappeggi di cherubini e gruppi scultorei.

Nella rappresentazione del Martirio di Sant’Andrea di Jacques Courtois detto il Borgognone, il santo è vivo, il suo sguardo è rivolto verso l’alto, creando una connessione fra lo spazio terreno del presbiterio e quello celestiale della cupola, a collegamento dei quali Bernini pose la statua del santo in Apoteosi.

Disposte idealmente agli apici di una croce, simbolo del martirio del santo, sono le quattro cappelle laterali, di recente valorizzate da un nuovo impianto di illuminazione volto al risparmio energetico a cura della Soprintendenza Speciale di Roma. Le cappelle sono legate tra loro da un complesso e ben definito programma iconografico dedicato alla vita di Gesù e dei santi gesuiti, massimo esempio per un novizio, come la prima cappella a destra dedicata a San Francesco Saverio, con la Morte del Santo di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio e quella adiacente decorata da Carlo Maratta intitolata ad un altro santo gesuita: Stanislao Kostka, che proprio in S. Andrea al Quirinale trascorse gli anni del noviziato.

 

Un mirabile continuum tra interno e esterno della Chiesa si realizza nel monumentale proscenio della facciata principale, delimitata da due quinte laterali e preceduta da una gradinata con un portico semicircolare sormontato dallo stemma della famiglia Pamphilj, principale finanziatore dell’impresa.

All’esterno, Bernini risolse abilmente il problema del piccolo sito scelto per la costruzione della nuova Chiesa optando per una pianta ellittica, prossima all’ovale, simile, seppur con qualche variante, a quella della vicina Chiesa di S. Carlino alle quattro fontane del rivale Francesco Borromini.

La soluzione borrominiana delle due ali concave della Chiesa gesuita concorre infine ad ampliare illusionisticamente il ristretto spazio della piazza antistante, in una sorta di abbraccio di santa madre Chiesa alla cristianità, già sperimentato con il Colonnato di S. Pietro anch’esso progettato da Bernini.

 

I lavori di restauro iniziati lo scorso mese e condotti con il coordinamento della Stazione Appaltante del Segretariato Regionale del MIC per il Lazio, interesseranno le pertinenze architettoniche della facciata e principalmente le due strutture concave laterali, che presentano un avanzato stato di degrado localizzato prevalentemente nella parte inferiore con evidenti distacchi d’intonaco a causa dell’umidità di risalita e dell’azione disgregante dell’acqua meteorica. Su tali partiture si stanno effettuando le necessarie campionature di colore al fine di assicurare il massimo rispetto del manufatto e delle sue cromie originarie, garantendo altresì un sufficiente livello di sicurezza per le attività istituzionali del Quirinale nell’area antistante il monumento, necessità evidenziata peraltro in fase di progettazione nei sopralluoghi effettuati dai funzionari tecnici del Segretariato Regionale per il Lazio.

 

Bibliografia: Sant’Andrea al Quirinale. Il restauro della decorazione della cupola e nuovi studi berniniani, a cura di M. Bevilacqua e A. Capriotti (prefazione di Daniela Porro, ex Segretario regionale per il Lazio, ora Soprintendente Speciale di Roma) – Roma 2016.