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Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini e Galleria Corsini – Mostra Caravaggio 2025: nuovi orari serali e aperture straordinarie

Fino al 6 luglio la Galleria Nazionale di Arte antica di Palazzo Barberini, in collaborazione con la Galleria Borghese e il supporto della Direzione Generale Musei, presenta la mostra Caravaggio 2025, uno degli eventi più attesi dell’Anno Giubilare, che ha riportato al centro del dibattito culturale l’opera e la figura di Michelangelo Merisi da Caravaggio, registrando a due mesi dall’apertura un’affluenza senza precedenti.

A distanza di 15 anni dalla straordinaria mostra su Caravaggio tenutasi a Roma nel 2010 alle Scuderie del Quirinale, il progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati a Michelangelo Merisi, riunisce 24 opere autografe del genio lombardo, alcune difficilmente visibili, oltre alle ultime recenti acquisizioni, in uno dei luoghi simbolo del legame tra l’artista e i suoi mecenati. Per molte delle opere esposte la mostra rappresenta una sorta di “ritorno a casa”, nel palazzo romano dove a lungo furono conservate.

La mostra vuole offrire una nuova approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale del maestro, contraddistinta dal sapiente uso della luce e da una potente resa dei sentimenti umani. Le sue innovazioni non si limitarono solo all’aspetto tecnico, ma investirono profondamente anche i contenuti, portando “il sacro nelle strade e le strade nel sacro”.

La mostra è articolata in quattro sezioni tematiche che raccontano l’evoluzione artistica di Caravaggio e la sua straordinaria eredità. Si parte dai difficili esordi romani e dalle prime committenze sotto la protezione del cardinale Del Monte con opere ispirate ai temi di genere e di natura morta, per arrivare ai grandi capolavori sacri della maturità, come “La Cattura di Cristo” (Dublino, National Gallery) e “San Giovanni Battista” (Kansas City, Museo Nelson-Atkins), soggetto molto ricorrente nella produzione artistica del Merisi, fino agli struggenti dipinti dell’esilio come il Martirio di S. Orsola concesso in prestito da Intesa S.Paolo, l’ultimo quadro eseguito da Caravaggio, poco prima di ripartire per Roma nel 1610, viaggio che gli fu fatale.

L’approccio espositivo permette di esplorare sia un percorso cronologico, incentrato sul periodo romano e napoletano di Caravaggio, sia un itinerario trasversale che evidenzia l’importanza delle varie committenze nella vita dell’artista. L’allestimento esalta, peraltro, i contrasti chiaroscurali tipici della pittura caravaggesca, creando un’atmosfera immersiva che amplifica l’impatto emotivo delle opere.

Tra i pezzi forti della mostra spicca il Ritratto di Maffeo Barberini (collezione privata), collezionista di Caravaggio, raffigurato prima di diventare papa con il nome di Urbano VIII e presentato per la prima volta al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta. Il dipinto è stato attribuito a Caravaggio da vari studiosi, tra cui Roberto Longhi ed è un esempio della tecnica innovativa di Caravaggio, che utilizza il chiaroscuro per creare un’atmosfera drammatica. La luce illumina il volto e le mani del soggetto, mentre il resto della scena è immerso nell’oscurità, accentuando la profondità e la tensione emotiva del dipinto.

Altrettanto straordinaria è la presenza dell’ Ecce Homo, tela di 111 x 86 centimetri dipinta intorno al 1605-09, attualmente esposta al Museo del Prado di Madrid, che torna in Italia per la prima volta dopo secoli. La storia di questo dipinto è affascinante: inizialmente attribuito a un discepolo dello spagnolo José de Ribera, è stato definitivamente riconosciuto come opera di Caravaggio solo nel 2022.

L’opera si ispira direttamente al racconto del Vangelo di Giovanni (19:5), dove Pilato mostra Gesù alla folla, sottolineando l’ironia della situazione: Gesù, maltrattato e umiliato, è presentato come il “Re dei Giudei”. La mancanza di uno sfondo approfondito focalizza ulteriormente l’attenzione sulle figure umane, aumentando l’intensità emotiva del momento.

Dopo oltre quattro secoli, il percorso espositivo della mostra riunisce altresì i tre dipinti di Caravaggio commissionati dal banchiere e collezionista d’arte Ottavio Costa: Giuditta e Oloferne (conservata a Palazzo Barberini), San Giovanni Battista di Kansas City e San Francesco in estasi di Hartford (Connecticut). Questo magnifico accostamento è uno dei momenti più alti della produzione di Caravaggio, grazie alla protezione e al mecenatismo di uno dei suoi più importanti committenti.

Tra i prestiti più importanti non possiamo non citare la Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts  e la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, che torna eccezionalmente nel palazzo che la custodiva, e in cui, secondo il suo antico biografo Giovanni Pietro Bellori, il pittore cominciò ad “ingagliardire gli oscuri”, avviando un processo irreversibile che sarebbe giunto a piena maturazione nelle tele della cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Per entrambi i dipinti Caravaggio utilizzò la stessa modella della “Giuditta” in mostra, che ha forse il volto della celebre cortigiana di origine senese Fillide Melandroni.

La mostra offre anche l’opportunità unica di visitare – con un biglietto speciale legato a quello della mostra – il Casino dell’Aurora Boncompagni Ludovisi, luogo carico di storia e intimamente legato all’arte barocca, e di ammirare un’opera raramente accessibile al pubblico: l’affresco Giove, Nettuno e Plutone, l’unico dipinto murale noto dell’artista realizzato nel 1597 per il Casino dell’Aurora a Villa Ludovisi.

In vista dell’importante mostra-evento, di concerto con la Direzione Generale Musei e con l’Ente ospitante delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, il Segretariato Regionale per il Lazio è intervenuto preventivamente per le procedure di rilascio della Garanzia di Stato sostitutiva dell’assicurazione sui beni culturali in prestito, secondo quanto previsto dal DM 9 febbraio 2005 e dalla circolare n. 13/2015 della Direzione Generale Musei, ai fini delle verifica dell’idoneità e delle condizioni di sicurezza delle cinque sale espositive di Palazzo Barberini e per garantire le migliori condizioni ambientali e microclimatiche di conservazione delle opere già in fase di trasporto e movimentazione durante la loro permanenza in mostra.

Si ricorda che da giovedì 29 maggio 2025 l’orario di apertura dell’esposizione sarà prolungato fino a mezzanotte, dal giovedì alla domenica, con ultimo ingresso alle ore 23 e ogni martedì, a partire da martedì 10 giugno, la mostra resterà aperta fino alle ore 22, con ultimo ingresso alle 21, mentre da lunedì 3 giugno, l’accesso del lunedì mattina sarà esteso anche ai singoli visitatori, non più riservato esclusivamente ai gruppi, permettendo così a un pubblico ancora più vasto di partecipare. Tutte le nuove fasce orarie saranno prenotabili online a partire da lunedì 26 maggio 2025 alle ore 10 alla pagina