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Alla scoperta del Patrimonio Unesco del Lazio

Per questa estate ormai alle porte, la parola d’ ordine è un turismo interno o se si preferisce, un turismo domestico, grazie anche alla campagna di comunicazione “Viaggio in Italia” e alle opportunità del Bonus Vacanze, così da preservare un comparto come quello turistico-ricettivo così duramente provato dall’ emergenza Covid -19.  Il Segretariato Regionale per il Lazio, nell’ ambito delle ripristinate competenze in materia di politiche turistiche previste dall’art. 40 comma 2  del recente DPCM  2 dicembre 2019, n. 169,  propone di  restare  in Italia, per riscoprire il nostro immenso patrimonio artistico e naturale, materiale e immateriale, con particolare riguardo per le località preservate dall’ Unesco tra le protagoniste di quest’ estate post-Covid, che per le loro peculiarità culturali e naturalistiche, segnano alcuni dei più importanti itinerari consigliati sul territorio.

A cominciare da Villa Adriana e Villa d’ Este a Tivoli, che fino al 30 settembre celebra il ventennale (1999-2019) dall’inserimento di Villa Adriana nella lista del Patrimonio Mondiale dell’ Umanità  con  la mostra gratuita “60/20 : Villa Adriana tra Cinema e Unesco”, curata dal direttore Andrea Bruciati e dall’ arch. Francesca Roncoroni  con il sostegno del Servizio I del Segretariato Generale del Mibact.  Una rassegna per raccontare sessant’ anni di vita della famosa area archeologica tiburtina dalla vivace ripresa dei cantieri di scavo e di restauri nel Dopoguerra alla sua riscoperta nel cinema con la consacrazione di Villa Adriana come set di eccellenza, oltre che come una delle immagini-simbolo del Belpaese. Dopo la battuta d’ arresto imposta dal lockdown, sono ripresi peraltro i lavori di restauro conservativo e di valorizzazione del complesso architettonico delle “Piccole Terme” nonché degli apparati decorativi  e delle strutture murarie degli “Hospitalia”, al fine di favorire la pubblica fruizione di questa parte di residenza imperiale. Durante i lavori, seguiti e monitorati dal Segretariato Regionale per il Lazio in qualità di Stazione appaltante, sono emerse importanti  novità scientifiche, che hanno permesso di ampliare la conoscenza dell’ architettura adrianea, in particolare della cupola della Sala Ottagona delle Piccole Terme, liberata dai rifacimenti degli anni ’60.

Per  alcuni di questi siti Unesco del Lazio si è avviato in tempi diversi l’ iter amministrativo  per la redazione dei Piani di gestione (Villa Adriana e Villa d’ Este), il loro aggiornamento ogni 5 anni (Necropoli etrusche di  Cerveteri e Tarquinia) e il monitoraggio (Centro Storico di Roma), con l’ azione congiunta del Segretariato Regionale per il Lazio, delle Soprintendenze competenti e di altri soggetti pubblici e privati per la definizione di obiettivi comuni di grande rilievo per il territorio, in cui i siti Unesco si configurano come asset strategici del sistema turistico. Non è un caso che i  Piani di gestione  previsti dalla Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (1972), rappresentino una delle priorità politiche del Ministero per il triennio 2020-2022, in quanto strumenti di indirizzo e di supporto agli strumenti normativi dell’ attività edilizia, per definire priorità di intervento e livelli di tutela nelle aree della Core Zone (Sito protetto) e Buffer Zone (zona di rispetto del Sito) in un’ ottica di sviluppo sostenibile delle comunità. Sono pertanto corredati da indicatori di monitoraggio dello stato di conservazione dei siti e dell’ attuazione delle azioni previste per verificare il raggiungimento degli obiettivi da parte dei soggetti gestori dei siti medesimi. Mentre per le necropoli etrusche della Banditaccia e di Monterozzi, afferenti all’ attuale Direzione Regionale dei Musei del Lazio, le procedure connesse al Piano di Gestione del 2015 sono iniziate  in pieno lockdown, i lavori per il Centro Storico di Roma si pongono all’ esito di un lungo processo avviato oltre dieci anni fa.

Il Centro Storico più importante al mondo, risultato di una stratificazione secolare, è stato dichiarato Patrimonio dell’ Umanità nel 1980 e successivamente riconosciuto sito transfrontaliero, con la denominazione di “ Centro Storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e S. Paolo fuori le Mura”. Nell’ ambito delle attuali procedure di monitoraggio, il Gruppo di Coordinamento Transfrontaliero, di cui fanno parte i funzionari tecnici del Segretariato Regionale per il Lazio, insieme ai rappresentanti della Santa Sede, il Segretariato Generale, la Soprintendenza Speciale ABAP di Roma, il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico dell’ Appia antica, la Regione Lazio, la Soprintendenza Capitolina e altri portatori d’ interesse, sta procedendo  alla proposta congiunta di revisione di una  Buffer Zone più funzionale alla tutela e valorizzazione del Sito (Minor Boundary Modification), in considerazione del crescente sviluppo urbano e turistico della città e della possibilità che questo metta a rischio l’ Eccezionale Valore Universale del sito.