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A Castel S. Angelo Il Museo (è) possibile

Storie di collezionismi, recuperi e restauri

 

Non c’è solo la storia del Mausoleo di Adriano e della miracolosa apparizione dell’Arcangelo Michele in cima all’antica Mole imperiale alla fine della terribile pestilenza del 590. Esiste una storia meno nota di collezionismi, recuperi e restauri, quella della collezione di dipinti, arredi e armi storiche del Museo Nazionale di Castel S. Angelo, che all’epoca della sua istituzione nel lontano 1925, si era trovato per lo più privo di mobilio ornamentale e di quadreria, considerate anche le diverse funzioni che vi si svolsero in precedenza, come quella di carcere e caserma.

Si tratta in molti casi di capolavori ingiustamente dimenticati o ignorati, sottratti a lungo alla visione perché in gran parte conservati nei depositi di Castel S. Angelo. Fino al 30 gennaio 2022, la mostra Il Museo (è) possibile, curata da Mariastella Margozzi, Laura Salerno e Michele Occhioni, intende restituire una “maggiore visibilità” a questa ricchezza di opere nascoste, in attesa di riallestire le collezioni del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo nelle sale ad esse destinate originariamente, da circa un anno interessate da lavori di manutenzione straordinaria necessari a ridare decoro e lustro a uno dei più significativi monumenti di Roma, a cominciare dalla Sala Paolina e la cosiddetta Biblioteca, già fruibili con la nuova suggestiva illuminazione. E a breve saranno disponibili l’ Armeria inferiore e le altre sale “farnesiane” dell’antico appartamento papale, dove sono ancora in corso la vori di ristrutturazione per migliorare l’offerta museale.

La collezione di dipinti e arredi è frutto di due distinte donazioni, quella del collezionista e mercante d’arte romano Mario Menotti del 1916 e quella della famiglia fiorentina Contini Bonacossi del 1928, favorite dalla volontà del generale Mariano Borgatti, primo direttore del Museo Nazionale di Castel S. Angelo, che ebbe il merito di aver realizzato un’imponente campagna di restauro del monumento. La mostra rispecchia e testimonia i gusti collezionistici dei donatori e la svariate provenienze delle opere in un’ottica prevalentemente cronologica. Evidente, ad esempio, è la sovrabbondanza di opere della scuola veneta, prossima al  gusto di Mario Menotti. Alessandro Contini Bonacossi invece, mercante d’arte oltre che collezionista, avvalendosi della consulenza dell’allora giovane storico dell’arte Roberto Longhi, aveva acquistato insieme alla moglie Vittoria molteplici opere sul territorio italiano, alcune delle quali furono oggetto di donazione al Museo di Castel Sant’Angelo per contrastare la fama di venditore di opere d’arte italiane all’estero e acquisendo quella di mecenate illuminato.

Tra le opere esposte in mostra figurano nomi di maestri assai noti, quali Jacopo della Quercia, Ambrogio Zavattari e la sua bottega, Carlo Crivelli, Dosso Dossi, Sebastiano del Piombo, Andrea Pozzo, Pietro Bracci, oltre alla bottega di Pieter Paul Rubens e a copie da famosi capolavori quali Il Festino degli Dei di Giovanni Bellini o Il Riposo nella Fuga in Egitto di Federico Barocci. Si potranno ammirare opere legate fin dalla loro origine a Castel Sant’Angelo, come ad esempio il monumentale busto del Salvatore, che ha dato il nome all’omonimo cortile o la bellissima scultura lignea della Madonna con bambino di scuola umbro-laziale (fine XIII secolo) e anche il San Girolamo nella selva di Lorenzo Lotto del 1509, datazione rispondente al periodo romano dell’artista, come suggerisce l’edificio visibile nel paesaggio sulla destra, identificabile forse con la fortezza di Castel S. Angelo.

L’iniziativa promossa dalla Direzione dei Musei Statali della Città di Roma si va ad aggiungere al recente analogo progetto del MIC “100 opere tornano a casa“, teso a valorizzare le opere conservate nei depositi e che ora tornano ad essere visibili nelle sale dei grandi e piccoli musei italiani.

 

IL MUSEO [È] POSSIBILE – Storie di collezionismi, recuperi e restauri a Castel Sant’Angelo – Mostra 30 novembre 2021 – 30 gennaio 2022

COMUNICATO  STAMPA